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Paolo Monti
FILM PERFORMANCE, EXPANDED
e HITECH GRAPHIC VIDEO [i]

 

di Piero Pala
Direttore Artistico Associazione Culturale Complus Events

Paolo Monti 2011

“Non sono le ipotesi conservatrici ma quelle anticipatrici che guidano la ricerca”
Paul Feyerabend, La scienza in una società libera  

“Contemporaneo è colui che tiene fisso lo sguardo nel suo tempo
per percepirne non le luci ma il buio”
Giorgio Agamben, Che cos’è il contemporaneo  

Queste due citazioni che per altro avevo di già utilizzato per il catalogo della prima edizione di Italian Experimental Cinema: il cinema d’artista italiano dalle origini del Futurismo al nuovo millennio credo sono utili per addentrarci nella cosmologia artistica di Paolo Monti.

Una visione del mondo complessa quella di Monti dove l’arte riguarda un’attività di ricerca dai presupposti scientifici in cui l’esperienza creativa abbraccia un’idea d’evoluzionismo biologico ed antropologico dove i contorni non delimitano il solo campo estetico ma costringono anche ad interrogare la dimensione etica a proposito delle facoltà percettive ed immaginative.

L’audacia sperimentale in Monti è senza finalità cosciente è senza interessi da difendere e corrisponde ad una considerazione autoriale che s’instaura a distanza dal soggetto, di cui Monti ne intravede i limiti concettuali e processuali. Abitando in maniera preminente il concetto speculativo, infatti, si abdica la natura infinitesimale dal potenziale illimitato dell’ Energia/Materia è non è irrilevante ricordarsi che Marcel Duchamp ne subì le proverbiali conseguenze quando constatò “l’impossibilità del fare”.

Nella stessa misura la ricerca di Monti scandaglia i processi intrisenchi alle materie e agli elementi chimici che autonomamente generano e configurano infinite condizioni epistemologiche. Codeste sopraggiungono nel percorso creativo di Monti in contrasto all’agonizzante, seppur dominante, arte contemporanea che del Simplex rimando ha fatto la sua coerente adeguazione alla cultura odierna. Una corrente pratica artistica tutta ripiegata sull’incongruente irriducibilità tra l’essere e il mondo.

In Monti invece questa dicotomia non si instaura e per evitare la tentazione che sopraffà nella costruzione di un linguaggio estrinseco ai materiali si confronta con l’ignoto avvalendosi della verifica sperimentale che in seguito andrà ad orientare la stessa sfera immaginativa nel suo processo creativo.

Sperimentazione che è attratta da quel logos che governa la natura e che diviene sempre meno intraducibile attraverso la ricerca scientifica.

Questa impostazione processuale in Monti è conseguente allo spazialismo di Lucio Fontana tanto quanto alla lezione di Piero Manzoni: del primo ha tratto l’interesse per l’evoluzione innovatrice che ambisce all’infinito (rapportandosi nel suo caso pur sempre con le nuove scoperte tecnologiche e confrontandosi con le informazioni tattili captate dalle proprie mani), di Manzoni ha ribadito il ruolo di nemico pubblico che contraddistingue un vero artista (una controparte che nello studio/laboratorio è avversa al dominio delle consuetudini estetiche nonché alle tecniche convenzionali, sovente utilizzando composti tossici e rischiosi per la propria salute e l’ambiente, come ad esempio il mercurio).

L’aspetto oscuro dello spazio/tempo per Monti è rinvenibile nell’odierno sistema economico e finanziario che l’artista affronta al limite della legalità, memore forse della formazione criminale del filosofo contemporaneo Bernard Stiegler.

Il passaggio all’atto parafrasando il titolo di un libro di Stiegler in Monti è forte di una trasgressione attuata con il taglierino e con sostanze chimiche che amputano e denudano il valore monetario delle banconote.

Un valore a cui l’artista rinnega la sua valenza mercificatoria e capitalista auspicandone un differente uso come messaggero di pace e d’incontro tra i popoli. In Monti quest’effrazione dei codici monetari però ha una natura molecolare/personale che si distanzia dalle ideologie politiche e muove invece il proprio percorso creativo da posizioni Kierkegaardiane.

Insomma la partecipazione dell’artista è prettamente impulsiva e incondividibile, sola rispetto al rumore principale che circonda la pur sempre ammirata contestazione di massa.Questo indizio isolazionista produce un dizionario colmo di neologismi che gli consentono di destreggiarsi con un linguaggio immaginifico che genera anche controtempi e salti di orbita sonori di un furore alla Kurt Schwitters.

Il progetto TazebAu space, con i suoi rimandi non solo fonetici al Merzbau (Merz costruzione) dell’artista tedesco, lo spinge ad una geomanzia epilettica per ricavarne una disamina del globo terrestre in cui si sono sedimentate tracce che gli permettono non solo di perpetuarne il passato e la tradizione ma preservano la stessa coscienza storica.

L’osservazione del mondo interconnette l’artista anche oltre l’ambiente terrestre, infatti, l’ultimo capitolo del suddetto progetto è denominato “Infra-TazebAu s'pace 2011. Informazione in Rivoluzione. C.G.B*. Satellite a Propulsione Epistemologica”, dove *C.G.B. è l’acronimo di Circolo Gregory Bateson.

Una banconota da un dollaro americano a cui è stata sottratta l’epidermide grafica ed iconica è stata collocata sul microsatellite EduSat realizzato dagli studenti del G.A.U.S.S. (Gruppo di Astrodinamica dell’Università degli Studi “la Sapienza”) e lanciato in orbita quest’estate.

L’accresciuta preoccupazione dell’artista nei confronti del sistema economico e finanziario lo denotano come un indicatore delle anomalie che presiedono al controllo e allo sfruttamento delle risorse naturali. L’attività di monitoraggio del microsatellite EduSat dei rifiuti intergalattici è indicativa inoltre di quell’interesse verso la tutela ambientale che lo contraddistingue nel suo percorso di sperimentazione artistica. Dovendo profetizzare nuovi viaggi ed insediamenti umani nello spazio, tenendo a mente il 50? anniversario del primo volo umano nello spazio (effettuato dal cosmonauta e aviatore sovietico Yuri Gagarin a bordo della navicella Vostok 1), quest’ultimo progetto di Monti lascia intendere una attenzione spasmodica al rinnovamento con l’imprescindibile necessità di seminare e raccogliere nuovi input energetici. Essere trasmettitori in perenne vibrazione.

Risulta perciò evidente nell’operare di Monti una comprensione autentica di quel pensiero olistico tanto caro a Bateson con cui svelare quella tendenza ai rapporti che complementano il postulato giochiamo e siamo giocati.

Laddove però avvenissero consistenti fratture nei tre sistemi teorizzati da Bateson (l’individuo, la società in cui l’individuo vive e l’ecosistema) il gioco in Monti perderebbe la sua competitività anzi lo stesso sarebbe ben lieto di dispensarla, in quanto l’interesse dell’artista è mosso da un unico principio, quello più volte dichiaratomi dallo stesso “dell’adesione alla storia e non alla cronaca”.

Affinché possa giungere al culmine di questa tensione peculiare, ad un nuovo adattamento ammonitrice che non coincida con il comune sentire Monti ha fatto propria la necessità di ripartire dall’idea sistemica batesoniana, quella dell’interconnessione di più cose apparentemente diverse.

La generica premessa sulle modalità operative di Monti e sulle implicazioni di natura teorica e tattile a cui egli si ricongiunge credo ci permettano meglio di addentrarsi nella sfera immateriale dell’arte; forse la più coinvolgente per i sensi, quella per appunto degli audiovisivi.

Tutti i video di Paolo Monti dal punto di vista tecnico si contraddistinguono per un uso non filmico dei dispositivi video (e quindi che non determinano un linguaggio cinematografico di derivazione narrativa) se non per la stessa assenza degli stessi dispositivi.

Cameraless animation è una tecnica cinematografica adottata pioneristicamente e con parziale insoddisfazione dapprima dai futuristi Ginna e Corra, ed in seguito ma senza alcun esito produttivo da Leopold Survage.

Man Ray invece fu il primo ad usare la tecnica del rayogramma nei film per alcune sequenze del suo "Le Retour à la Raison" (1923).

La Cameralees animation divenne di primario interesse dal decennio successivo per cineasti ed artisti che utilizzavano la pellicola, tra gli altri Len Lye, Norman McLaren, Luigi Veronesi, Harry Smith, José Antonio Sistiaga, Stan Brakhage, John Whitney, Pierre Hebert.

Dalla fine degli anni ’50 inizio anni 60 nei laboratori del MIT e dell’IBM ed in seguito presso quelli della Bell presero forma i primi esperimenti di Computer graphic animation di John Whitney, Ken Knowlton (Michael Noll, Lillian Schwartz e Stan Vanderbeek) Larry Cuba (computer graphics per Star Wars). La Computer art italiana si sviluppa invece negli anni ’80 attraverso Crudelity Stoffe (Michele Bé m e Marco Tecce software autoprodotti), Adriano Abbado, Mario Canali, Riccardo Sinigallia (Correnti Magnetiche) e Guido Vanzetti. L’impiego delle tecniche Cameraless e Computer graphic non consentono fraintendimenti di sorta sull’interesse specifico degli autori verso questi supporti, pellicola, software.

Questi perciò non sono usati convenzionalmente come strumenti per mettere in scena il reale, attraverso una matrice letteraria o teatrale, ma per evocarlo nella ricezione cinematica con tutta una serie di metafore ed analogie.

La ricezione cinematica dapprima attiva delle risposte fisiologiche del sistema neuromuscolare, e solo successivamente queste informazioni audiovisive saranno integrate dalle facoltà mentali (vedi Umberto Eco in La definizione dell’arte, 1983).

Perciò quando i media cinematografici e/o video vengono utilizzati dagli artisti nel rispetto della loro singolare autonomia creativa si tratterà sempre di un prolungamento, un intento di estendere la propria visione artistica nella dimensione del tempo attraverso lo spazio.

Per quanto riguarda l’aspetto analitico e filosofico nei video di Monti predomina l’assenza della rappresentazione naturalistica della figura umana e ritorna preminente l’intento di voler ricostruire un nuovo immaginario per darsi nuove dimensionalità, trovare quindi un’altra collocazione, nuovi assetti territoriali, in sostanza una nuova visione epistemologica.

Nondimeno distinguibile e sempre esemplare è il suo lavoro performativo (sollecitando campi magnetici) e quello installativo (su superfici plexiglas o su intonaco) trattate con reagenti chimici, in entrambi i quali l’opera si predispone ai cambiamenti stocastici nel mutamento delle forme e dei colori, producendo eterei cinematismi e quasi impercettibili variazioni monocromatiche, nel primo caso elaborati attraverso l’azione fisica performativa nel secondo indotti dalle termoresistenze sollecitate da fonti di calore e di luce prodotte nell’ambiente che ospita le installazioni.

Un ulteriore preambolo è fondamentale per configurare il frammentato universo che contraddistingue il cosiddetto cinema d’artista e/o sperimentale da quello ad esempio dell’industria cinematografica.

La dubbia funzionalità al mercato di questo filone cinematografico ha permesso agli artisti di concentrarsi sul ruolo enigmatico e paradossale della visione, districandosi tra tecniche e principi etici.

Già dal suo primo video Flottage, Specchio Elastico, 1996, Monti chiarifica la sua protesi epistemologica videografica impiegando una video camera termica o termocamera che registra le radiazioni elettromagnetiche e quindi anche il calore con uno spettro in falsi colori. Monti naturalmente attratto dalla natura segreta delle cose, segreta in questo caso per la vista dell’uomo, punta a mettere in genesi non solo il punto di vista degli animali ben espletato nel libro di Franco Cassano Approssimazione: Esercizi di esperienza dell’altro, 1989, ma la sua stessa essenza fisionomica.

Alla fine degli anni ’90 Monti si apparenta con la sperimentazione olografica concependo performance e video installazioni in cui padroneggia la retroazione/retroregolazione (feedback) all’interno di un circuito chiuso.

Monti sollecitando i campi magnetici attraverso l’uso di due video camere, poste l’una di fronte all’altra, e compiendo nello spazio perfomativo predisposto azioni di varia natura differsice dalla fissità apparente della natura.

Di questo periodo sono i lavori Fronte d’onda, Rugiada Armonica poi Risonanza Armonica, tutti realizzati senza l’ausilio della post-produzione e registrando processi autogenerativi che si auotorganizzano in modalità stocastica ad ogni variazione del sistema.

Il campo estetico e l’aspetto visivo di queste opere video hanno una loro propria realtà intrinseca che è la riproduzione oggettiva e verosimilmente anche l’insieme del matematico Beno? Manderbolt, meglio conosciuta come teoria dei frattali.

Le forme geometriche in questione, hanno un livello di complessità differente alla geometria euclidea. Il feedback delle sequenze dinamiche, attivate dalle oscillazioni di onde sonore e luminose, determinano infatti suoni ed immagini in evoluzione che ricordano l’autosimilarità della geometria frattale.

Questi video potrebbero essere ricondotti all’astrazione, alla rappresentazione non oggettiva, sennonché tutto ciò non è invenzione del pensiero umano ma esite di per sé
Però paradossalmente nondimeno sorprendente potrebbe risultare la similitudine con il cinema astratto delle avanguardie storiche, e gli hand-paint films di quel periodo e degli anni a venire nonché della primissima computer graphics video. Allo stesso modo I colori della luce, 1963, un film, di Bruno Munari e Marcello Piccardo, ripreso a luce polarizzata, sia per l’impiego di uno schermo in vetro che seziona il raggio di luce diretto in macchina e sia per l’assenza di montaggio risulta premonitore dei video di Monti.

Con Odoralo e' buono!, 2001, Monti documenta la combustione di una banconata di 1$, inserito in un contenitore che era esposto nel progetto VIERDIMENSIONAL kunstausstellung Von Università di Costanza, inserendo come complemento audio un commento del filosofo nonché fondatore della teoria dei sistemi Ervin Lazlo che invita i partecipanti al dibattito a fare dal basso la rivoluzione.

Qui Monti rimette in gioco in uno dei suoi campi prediletti, quello per l’appunto dell’economia e nello specifico del danaro andando a rinnovare ma controvertendola l’analogia con l’alchemia, la trasformazione della materia alla sua primitiva natura. E sin dal titolo l’esortazione di Monti non lascia dubbi di sorta sulla primaria natura a cui fa riferimento.

A seguito di quasi 30 anni di aggressioni e indagini istopatologiche e autoptiche sulle banconote Monti nel 2006 realizza TazebAu ▪ Luce dagli occhi, (Braille sensorial banknote) Music: Earl Howard & Denman Moroney – extrapolating accelerated from Uncaged Bacchanal.

Utilizzando un microscopio in 3D a doppia ottica in un ambito di applicazione della 'computer vision' Monti effettua misurazioni ottiche e visiona la morfologia della superficie della banconota analizzandola all’infinitesimo, mostrandone le linee di forza e creando come sostiene lui “una sovrastruttura olografica, una protesi di salvezza”.

Nell’atto di Bucare gli occhi di George Washington capovolge inoltre un assioma permettendo alla luce di provenire dagli stessi, operando quindi un trattamento semiotico attraverso interferenze induttive.

In un crescendo sonoro l’icona della banconota inquadrata da differenti prospettive, restituisce un profilo in 3D, e diviene lo strumento più appropriato per far emergere il dissonante rapporto tra una visione unitaria, che sappia evitare cesure sistemiche e tener di conto di un ecosistema dalle interconessioni casuali, e quella prettamente monetaria del sitema finanziario ed economico che partendo da premesse riduzioniste risulta meno flessibile e rivolta all’immediato tornaconto di una piccolissima parte dell’insieme.

Con il trittico video installativo TazebAu s’pace, Informazione in rivoluzione. C.G.B. Satellite a propulsione epistemologica, del 2008 Monti mette in rassegna la documentazione dell’ omonimo progetto estrapolandone frammenti dei vari passaggi, essendo il progetto in progress, ed inserendo come traccia sonora l’omaggio a John Cage, Music Is Not Music, del musicista e compositore Alvin Curran.

Un percorso videografico (ma anche performativo e installativo) quello dell’artista in perenne lotta con la limitazione oggettiva dei materiali e degli strumenti a disposizione lo connotano di uno straordinario coraggio e di incredibile perseveranza che egli porta avanti non curante delle difficoltà sostanziali. Salvaguardare la sacralità della conoscenza dell’intero cosmo dello scibile, nel profondo timore di se stessi, è uno degli obiettivi di Monti il quale decidendo di farcene partecipi attraverso la sua opera e la sua frequentazione non possiamo che gratificarci di questa sua continua disponibilità a metterne in luce il potenziale illimitato della natura e della mente umana.

Roma, novembre 2011

Piero Pala - Direttore Artistico Associazione Culturale Complus Events

 

 

testi selezionati
critici

Testi critici sulla trattazione del denaro nell'opera di Paolo Monti


tazebAu
progetto itinerante

MUSIS Paolo Monti e TazebAu

TazebAu al Circolo Bateson

in moto da Venezia a Pechino, 2005

TazebAu messaggero di pace

un filo per. . .

TazebAu moneta relazionale

architettura delle
relazioni ambientali


TazebAu vettore di futuro

Liftoff Sindone 21' 37", 2011

Coopartecipatori al progetto TazebAu

 

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Paolo Monti. FILM PERFORMANCE, EXPANDED e HITECH GRAPHIC VIDEO [i]
è stato prodotto per il convegno Partenza bruciante. L’arte infravista dall’alto, InfraTazebAu space 2011 - Sala Odeion, Museo dell’Arte Classica,
Sapienza Università di Roma


Ascolta l'audio del intervento di Piero Pala all'convegno - Infra-TazebAu s'pace 2011, Paolo Monti + Gauss - “Partenza bruciante. L'arte infravista dall'alto”.

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